Possiamo affermare, senza alcun dubbio, che l’inizio di stagione tanto dei Sixers quanto dei Pelicans non è andato come da pronostici. Entrambe infatti occupano i bassifondi delle classifiche delle rispettive conference, con un record di 3-14 per Philly e 4-16 per New Orleans. Nessuna delle due però, come confermato anche da alcuni insider, è intenzionata a cambiare il proprio obbiettivo stagionale: arrivare ai playoffs. Tutte e due le franchigie sono state, fino a questo momento, fortemente condizionate dai moltissimi infortuni a giocatori chiave del roster. Sebbene dunque sulla carta entrambe le squadre abbiano la possibilità legittima di lottare per risalire la classifica, le situazioni non sono esattamente identiche. Ciò che è chiaro però è il fatto che né i Sixers né i Pels per ora hanno alzato bandiera bianca, accettando l’idea di tankare. Andiamo ora però ad analizzare più nello specifico le due situazioni.
Sixers: trust the Process?
Tra le due Philadelphia è sicuramente quella partita con le aspettative più alte. L’arrivo in estate del terzo violino Paul George li doveva rendere una legittima contender ad Est. Invece, dopo quasi 20 partita giocate, i Sixers sono 14° ad Est. Gli infortuni fino a questo momento hanno impedito di vedere i nuovi Big 3 effettivamente in campo tutti insieme, ma più passa il tempo, più la stagione sembra irrecuperabile. Chiaramente con un roster del genere non è possibile non ambire a fare i playoffs , ma la dirigenza, qualora la situazione non dovesse cambiare repentinamente, potrebbe optare per prendersi un “anno sabbatico”. Stando però a quanto riportato da diversi insider, tra i quali Brian Windhorst di ESPN, è prematuro pensare di mollare già adesso la stagione. “Ci vorrebbero almeno 25 partite prima di giudicare davvero una squadra e loro non hanno ancora avuto i loro migliori ragazzi insieme“, ha detto Windhorst. “Normalmente non avremmo nemmeno questa conversazione in questo momento; sono concentrati sul salvare la loro stagione”.
Un altro motivo che farebbe ben sperare la dirigenza dei Sixers sarebbe poi la particolare situazione della Eastern Conference. Ad Est infatti le squadre sono ancora tutte abbastanza vicine, eccezion fatta per il vertice. La zona Play-in in questo momento si trova ad appena 4 gare di distanza, l’accesso diretto ai Playoff 5.5. Inoltre nella città dell’amore fraterno stanno aspettando di capire esattamente in che condizione sono le proprie star, e quando potranno riaverle tutte insieme a loro disposizione, specialmente Embiid. Proprio le condizioni fisiche di The Process saranno determinanti per stabilire che direzione far prendere alla franchigia per il resto della regular season. “Aspettano di avere informazioni più precise sulla salute di Joel e questo probabilmente influenzerà le loro mosse”, ha detto un dirigente della lega a ESPN. “Ci sono molte cose da considerare, incluso ciò che la dirigenza vuole fare”. Va poi considerato che la loro prossima prima scelta al Draft appartiene ad OKC, salvo piazzamento in top 6 alla lottery. Dovrebbero dunque assicurarsi uno dei peggiori piazzamenti possibili nella lega per poter sparare di tenersi la propria pick.
Pelicans: meglio prendersi un anno di stop?
A New Orleans la situazione invece sembra essere più complicata. Anzitutto la Western Conference è molto più competitiva ed essere partiti così male (i Pelicans sono ultimi ad Ovest) potrebbe essere stato già decisivo. Come sottolineato anche da Brian Windhorst di ESPN, l’idea di prendersi un anno “sabbatico”, come fecero i Grizzlies del 2023/24 e gli Warriors del 2019/20 quando furono decimati dagli infortuni, sembra un’opzione sempre più realizzabile, dato che controllano la loro prima scelta del 2025. Perciò, anche se fino a questo momento le intenzioni della franchigia sono quelle di rimanere competitivi già da quest’anno, non è da escludere un possibile cambio di rotta prima della deadline di mercato. A questo si va ad aggiungere la complicata condizione fisica di Zion Williamson, ancora una volta fermo per infortunio, sul quale i dubbi riguardo la sua fragilità si fanno sempre più insistenti. Infine tiene banco anche la vicenda di Ingram, in scadenza quest’estate senza che le parti si siano ancora accordate per un rinnovo. Questa serie di interrogativi mette dunque i Pels nella posizione di dover decidere alla svelta se provare a salvare questa stagione, oppure iniziare a muoversi sul mercato, aspettandosi di scegliere alto al prossimo draft.