La NBA, ieri, ha fatto il suo tanto atteso annuncio riguardo Ja Morant.
La lega ha rilasciato un comunicato stampa in cui si afferma che la guardia dei Memphis Grizzlies sconterà una sospensione di 25 partite all’inizio della stagione 2023/24.
L’annuncio della lega ha anche precisato che, per essere reintegrato correttamente, Morant dovrà “realizzare un programma con la lega, che affronti direttamente le circostanze che lo hanno portato ad avere di nuovo questo comportamento distruttivo”.
Secondo quanto riportato da ESPN, la sospensione di Morant è l’ottava più lunga nella storia della NBA, oltre che la seconda che il giocatore riceve, a causa di un incidente legato all’ostentazione di armi sui social media.
A marzo, la guardia dei Grizzlies era infatti stata sospesa per 8 partite (con retribuzione non compresa), dopo aver mostrato una pistola in una Live su Instagram, all’interno di un nightclub della zona di Denver.
Morant ha rilasciato una dichiarazione, in cui esprime rimorso per le sue azioni e accetta la sua punizione.
Tuttavia, la National Basketball Players Association non è soddisfatta della decisione della lega, soprattutto perché il numero 12 di Memphis resterà fuori per quasi un terzo della stagione.
Il sindacato ha quindi rilasciato una dichiarazione ieri pomeriggio.
“Ja ha espresso il suo rimorso e si è assunto la responsabilità delle sue azioni. Noi lo sosteniamo in modo inequivocabile, mentre fa tutto il necessario per rappresentare se stesso, i nostri giocatori e la nostra lega nel miglior modo possibile” ha detto il direttore esecutivo della NBPA, Tamika Tremaglio. “Per quanto riguarda la punizione imposta, che lo tiene lontano dal campo fino a dicembre e richiede che vengano soddisfatte alcune condizioni non dichiarate, riteniamo che sia eccessiva e inappropriata per una serie di motivi, tra cui i fatti coinvolti in questo incidente, e che non sia equa e coerente con la disciplina della nostra lega. Esamineremo con Ja tutte le opzioni e i prossimi passi da fare”.
Sebbene Tremaglio non entri nei dettagli, è quasi sicuro che la NBPA sia contraria alla durata della sospensione siccome si tratta di un’azione che non ha infranto alcuna legge e non ha sottoposto Morant ad alcuna accusa penale.
Ma i suoi precedenti fuori dal campo hanno chiaramente influito molto sulla decisione della NBA.
Come osserva Michael McCann, anche se la NBPA non appoggia il comportamento di Morant più di quanto lo faccia la NBA, il sindacato ha il dovere legale di assicurarsi che la lega non stabilisca nuovi precedenti, che potrebbero essere usati per disciplinare i giocatori più duramente in futuro.
Secondo Bobby Marks di ESPN, ci sono 30 giorni di tempo per presentare un reclamo, quindi Morant avrà tempo fino a metà luglio per decidere se scagliarsi o meno contro la sospensione. Il reclamo dovrebbe però essere presentato dallo stesso Morant, e non dalla NBPA.
Il sindacato incontrerà Morant per discutere dei possibili passi successivi, secondo quanto riportato da Chris Haynes di Bleacher Report.
Ed anche l’accordo del giocatore con la Nike sembra essere al sicuro.
“Apprezziamo la responsabilità di Ja e il fatto che si stia prendendo del tempo per ottenere l’aiuto di cui ha bisogno. Sosteniamo la sua priorità per il suo benessere” aveva già dichiarato la Nike in un comunicato ufficiale, dopo la sospensione che Morant aveva ricevuto a marzo.
Nike ha subito rimosso dal sito le sneakers “Hunger”, firmate dal giocatore, dopo la pubblicazione di un ulteriore video di Ja sui social media.
Eppure, l’azienda ha dichiarato che “continuerà a sostenere” Morant, in una dichiarazione resa pubblica da Ramona Shelburne di ESPN.