Ci sono vette difficili da raggiungere, anzi quasi impossibili, ma dopo il passo decisivo, la vista da lassù ripaga di tutti gli sforzi. Se il nome di questa vetta è Wilt Chamberlain, la situazione si fa ancora più complicata. Naturalmente non parliamo di montagne ma di record NBA. E per tutti coloro che conosco la NBA Wilt Chamberlain si traduce: “irraggiungibile”.
Eppure stanotte qualcosa è cambiato. Un piccoletto con il numero 30 sulla maglia ha raggiunto e superato uno dei record storici del magico Wilt.
Nella vittoria dei Golden State Warriors contro i Denver Nuggets, Stephen Curry è diventato il miglior marcatore della storia nella franchigia californiana. 17818 punti con la maglia dei Dubs superano il record di Chamberlain che durava da 57 anni, dal 1964 in cui Wilt mise il 17783esimo punto con i suoi Warriors.
“Ogni volta che si pronuncia il nome di Wilt Chamberlain viene quasi da scoraggiarsi, perché alcuni dei suoi record sono praticamente impossibili da battere. Essergli vicino nel libro dei record – e ora addirittura davanti – è qualcosa di surreale, di assolutamente pazzesco”, ha commentato Curry a fine partita.
Prestazione storica per il nativo di Akron, che a fine primo quarto aveva già messo le mani sul record con 21 punti con un layup a 1’41” alla fine del quarto. Solleva entrambe le braccia e lancia un bacio al cielo come suo solito, e forse in quel momento realizza ciò che era veramente successo. Diventati poi 53 a fine partita, la quarta miglior prestazione della sua carriera, con 14 su 24 al tiro con 10 su 18 da 3 punti, conditi da 7 rimbalzi e 4 assist. Curry ha segnato almeno 30 punti in sette partite consecutive per la prima volta nella sua carriera. È stata la sua notte, la notte in cui ha lasciato il suo nome inciso nella pietra, nella storia di questa franchigia che ama e da cui probabilmente sarà legato per sempre.
“Mi sto semplicemente godendo lo spettacolo”, ha commentato prima del via del quarto quarto il suo allenatore Steve Kerr, ai microfoni di ESPN. “Stasera fin dall’inizio aveva quella scintilla speciale nei suoi occhi”.
Stephen Curry e la sua dinastia in casa Warriors
Nei 12 anni in cui finora ha giocato con la maglia dei Golden State Warriors, Stephen Curry ha rivoluzionato il gioco e la sua franchigia, dandogli un volto chiaro e affiancando il titolo di vincenti al nome della squadra. Di questo è convinto anche il suo coach Steve Kerr: “Passare Wilt in qualsiasi cosa statisticamente è notevole perché il suo nome è ovunque nei libri dei record NBA. Quindi il fatto che Steph stia per battere quel record è semplicemente incredibile e ovviamente una testimonianza di ciò che ha fatto qui nei suoi 12 anni”.
Kerr che alla fine si augura di vedere in futuro un omaggio al n. 30 sul parquet del Chase Center: “Quando giochi a Dallas, quando guardi sul pavimento c’è una sagoma di Dirk (Nowitzki, ndr) in fadeaway su ciascuna estremità del pavimento”, ha detto Kerr. “E lo adoro, ho pensato che fosse davvero un’ottima idea dei Mavericks. È un modo fantastico per onorare Dirk e ricordare la sua eredità. Spero che ci sarà qualcosa del genere qui.”
I commenti dei protagonisti
Ma Golden State Warriors non significa solo Stephen Curry, come lui stesso ammette ci sono giocatori come i suoi compagni Klay Thompson e Draymond Green che probabilmente hanno condiviso ogni singolo punto e a cui Curry dedica questa sua vittoria.
“Io e Draymond siamo cresciuti insieme nel gioco, so che ha contribuito così tanto a questi 17.818. L’intesa che abbiamo sviluppato, giocando ed elevando i nostri giochi ai massimi livelli, è stato un momento speciale, di sicuro. È un legame che avremo sempre. “
Oltre ai due compagni più illustri, arrivano parola di apprezzamento anche da Damion Lee e Kent Bazemore.
“A volte, nel corso di una partita ti rendi conto che stai guardando la grandezza ogni giorno”, ha detto Damion Lee, ala degli Warriors. “Dovremmo davvero apprezzare quello che sta facendo quest’uomo in questo momento. È irreale. “ ha concluso Bazemore.
La vittoria contro i Nuggets ha fissato il record degli Warriors a 26 vittorie e 28 sconfitte con il decimo posto a Ovest e la prospettiva di giocarsi un posto ai play-in. Stanotte hanno potuto fare poco per fermarlo i Denver Nuggets, di cui si è infortunato Jamal Murray. Wilt Chamberlain e Stephen Curry, il passato e il presente, due game changers, due eterne leggende.