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NBA Finals 2016, The Book, Chapter 4: The Grounded Boat

di Simone Scumaci

NBA Finals 2016, The Book, Chapter 4: The Grounded Boat

Prologo e Capitolo 1: La Forza Dei Guerrieri
Capitolo 2: The Yellow Storm
Capitolo 3: Il Porto Dello Spettacolo

CAPITOLO 4: The Grounded Boat, NBA Finals 

I Cleveland Cavaliers, rifioriti e finalmente “in match”, possono portare la serie in parità. Serie che però ancora non c’è. Già, perchè se prima erano i Cavs a non essere per nulla presenti in queste Finals, nell’ultima sfida invece il fiammifero dell’assente è toccato ai Warriors. 2-1, tre partite, zero competitività. Curry, LeBron e i rispettivi soci hanno tanto da restituire a tutti. Ma, forse giustamente, a loro interessa poco. Interessa vincere, portarsi a casa quel trofeo senza troppi fronzoli. E’ Gara 4, e come la precedente è già quasi decisiva. Se vinceranno i Cavaliers probabilmente si avrà una serie combattuta, se vinceranno i Warriors probabilmente no. Ed i detrattori dei Cavs, nel caso, sarebbero già pronti a bussare alla porta dello spogliatoio per sapere i perchè dell’ennesimo fallimento.

I giocatori e l’adrenalina sono un tutt’uno. Torna Kevin Love per i Cavs, ed il suo impatto sul Game, visti i precedenti, è tutto un enigma. Dall’altra parte si spera torni Curry, neanche 20 punti in nessuno dei precedenti 3 match. Boom via, due triple (una di Barnes ed una di Irving) ed un piatto targato “Spettacolo dell’Arco” sta per essere servito agli spettatori. Segue JR Smith. E’ un buon momento per i Cavs, ma a spezzarlo ci pensa un insospettabile Barnes (spettacolare sino ad ora in questa serie). 10 pari, ma Irving dall’arco non può essere lasciato con così tanto spazio-tempo per mirare. 3 su 3. I Cavs sono presenti, più che mai, forse più che nella scorsa partita (quando l’avversario non è presente non può esporti al meglio) e Tristan Thompson lo dimostra con un canestro di rabbia, grinta e anche (per chi non se ne fosse ancora convinto) tecnica.

https://www.youtube.com/watch?v=7_j-hzRLyHE

Il tutto davanti ad uno dei più forti della storia, che ancora non si è visto in questa partita. Non è Kevin Love (seduto), né Irving (sontuoso): il King Lebron James. Il primo canestro arriva a 3 dalla fine del primo quarto, e vale il +3 Cavs. L’altro fenomenissimo (il superlativo è d’obbligo visto che di fenomeni in questa serie ce ne sono ovunque, in campo, in panchina in tribuna e a commentare) sonnecchia come il compare avversario, ma appena LeBron alza l’asticella inizia a fare quello che sa fare meglio: triple come se domani togliessere di nuovo l’arco dei tre punti. La prima vale il pari. Love riallunga ma il parziale questa volta lo fa Golden State: Curry e McAdoo portano avanti i Warriors. A termine quarto il vantaggio è di 1 punto, ed il merito è quasi tutto di Tristan Thompson. Nella prima parte del secondo quarto equilibrio e imprecisione. Poi? Poi, Curry, e non sul pollo
https://www.youtube.com/watch?v=tZ13QL6HqGI

Il canestro che mette a segno è quasi impossibile: palla recuperata un po’ come viene, difensore attaccato, coordinazione zero. Eppure a segno. Vabbè, gli stupidi siamo noi che ancora ci chiediamo come le metta. Il pitturato però per lui è sempre stato un problema: ha un ottimo Layup, lavora bene in palleggio, ma spesso quando trova le porte chiuse non trova la via del canestro. Anzi. E quello che fa Irving qui ne è la dimostrazione
https://www.youtube.com/watch?v=7AdZFCvnWQI

Il “block” dà nuove energie ai Cavs, sempre stati forse più in partita dei Warriors ma spesso trovatosi sotto per qualche indecisione decisiva (un ossimoro che rende bene il tutto). Steal di Lebron, tripla di Love, +5. I Warriors tornano in game grazie ad un super Klay Thompson (5 punti, ed era ora), ma a tenere banco è sempre l’altro Thompson, quello che raccontavano poco tecnico, poco decisivo in attacco e troppo legnoso. Eppure domina, sotto canestro e dall’angolo (step back su Green, cosa si è “permesso” di fare). +6 Cavs all’intervallo, nulla da aggiungere. Ad inizio terzo quarto Curry prova a riequilibrare il tutto con una tripla delle sue, James risponde dall’arco e gli fa capire che dovrà sudarsela tanto questa partita. I Warriors si portano sul -3, tutto torna ancora più in bilico, e quando il tutto tremola vengono fuori gli Offensive Player. Ed Irving lo è eccome

https://www.youtube.com/watch?v=Eq8bTQmmTSA

Il “Triple-Effect” dei Warriors però torna a fare incetta sul parquet: Klay, Curry e Iguodala, da -6 a +3 in un minuto. Loro possono. I Cavs rispondono, Curry prova ad attaccare il canestro: dopo Irving lo stoppa anche James. E la sua smorfia è tutta un programma. I Cavs con Irving e Love trovano ancora la parità (l’ennesima di questo match). Ad inizio quarto quarto i Cavs sono in vantaggio. Pari di Livingston, risposta in schiacciata del King. Ancora una volta LBJ sta venendo fuori nel finale.

Psicologicamente però i Warriors non si fanno dominare, ed Iguodala è, come al solito, grandioso nei momenti clue delle Finals. A 6′ dal termine i Warriors sono 6 punti avanti, ed i Cavs, nonostante l’ottima gara, non sembrano spiegarselo. La difesa è un optional, i rimbalzi pure, ed in tutto ciò v’è anche il braccino in attacco. La situazione non può che degenerare, e lo fa nel più classico dei poco nobili modi.

Il segnale è di quelli che non lascia equivoci. I Cavs la partita la salutano, e, senza fare facili moralismi su chi abbia iniziato, chi abbia colpito chi, chi abbia esagerato più dell’altro, sia LeBron (evidentemente nervoso per l’andamento della serie), sia Green (spesso esasperante in campo) hanno fatto una figura veramente barbina. 108 a 97 per i Warriors, 3-1 per la squadra di Kerr, serie quasi ipotecata, al contrario delle polemiche. Polemiche “tecnico-tattiche” specialmente per i Cavs, vicini per l’ennesima volta al saluto senza onori alle Finals, polemiche “Gossip-Sport” per chiunque. Si parla di squalifiche, di multe, di tutto. L’unica certezza per Game 5 è che sarà, per l’ennesima volta, un “Elimination Game”.

Ed è una barca incagliata su di uno scoglio enorme, gigante, insormontabile. Si parla di ammutinamento, si parla di scialuppe di salvataggio pronte a salpare, si parla di una capitano che non viene più seguito dall’equipaggio. In queste situazioni le scelte sono due: abbandonare la nave o tirarsi su le maniche, riparare la chiglia e riprovare a solcare i mari. Nello sport però impegnarsi non vuol dire sempre ottenere risultati, ed il tutto ad Oakland. Game 5 sarà LA gara: la gara per LeBron per dimostrare a tutti ancora una volta chi è lui e a chi può essere accostato; la gara per Irving per venire finalmente fuori; la gara per Love, trattato come l’ultimo dei lunghi della serie; ma anche la gara per i Warriors, per Curry, per dimostrare che in questa Lega non ha rivali durante le partite

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