NBA Passion Awards 2016/17

di Stefano Belli
NBA Passion

Breakout Team Of The Year: Washington Wizards

Il quintetto di Washington. Da sinistra: John Wall, Otto Porter (sullo sfondo), Markieff Morris, Bradley Beal e Marcin Gortat

Il quintetto di Washington. Da sinistra: John Wall, Otto Porter (sullo sfondo), Markieff Morris, Bradley Beal e Marcin Gortat

Davvero una sorpresa questi Wizards, specialmente dopo il pessimo avvio di regular season. Una stagione a doppia faccia quella degli uomini di Scott Brooks, partiti con 12 sconfitte nelle prime 18 partite e finiti poi nei piani alti della Eastern Conference.
Come sempre, gli artefici di una stagione tanto soddisfacente, che ha visto il ritorno ai playoff (con tanto di fattore campo) dopo l’ ‘incidente di percorso’ del 2016, sono più di uno. In primis, ovviamente, John Wall. Il leader indiscusso della squadra ha giocato il miglior basket in carriera: al suo meglio per punti, assist e palle rubate, è stato anche eletto Eastern Conference Player Of The Month a dicembre. Al suo fianco, la consacrazione di Bradley Beal (All Star Game 2018?) e l’esplosione di Otto Porter sono state decisive per il salto di qualità. Anche la dirigenza ci ha messo del suo; le aggiunte di Brandon Jennings e, soprattutto, Bojan Bogdanovic hanno dato maggiore profondità ad un roster fin lì troppo dipendente dal quintetto titolare (completato alla perfezione da Markieff Morris e Marcin Gortat). Quella che si presenta con la quarta testa di serie ai playoff è una squadra estremamente solida e dinamica, che si rivelerà con ogni probabilità un cliente scomodo per chiunque. Sorprese in arrivo?

La regular season 2016/17 ha visto anche altre franchigie superare le più rosee aspettative. I Miami Heat, ad esempio, partiti anch’essi malissimo (tanto da far parlare – anche a noi – di possibile tanking) ma capaci di risalire la china fino a insidiare le ben più quotate Chicago e Indiana nella corsa ai playoff. Il tutto nonostante la partenza di Dwyane Wade e lo stop forzato di Chris Bosh, che avevano fatto calare definitivamente il sipario sull’epopea dei ‘Big Three’.
Rimanendo sulla costa est, è obbligatorio menzionare i Boston Celtics. Certo, le loro potenzialità erano ben note, ma in pochissimi si aspettavano che la truppa biancoverde potesse detronizzare i Cleveland Cavaliers dalla vetta della Eastern Conference, almeno per quanto riguarda la stagione regolare.

Esplosi senza preavviso anche gli Houston Rockets, trasformati da Mike D’Antoni e dalla paurosa stagione di James Harden in una seria minaccia per le grandi dell’Ovest. La cosa più sorprendente è che il terzo posto di quest’anno è arrivato dopo il fallimento dell’era Harden-Howard, quando sembrava arrivata l’ora di smantellare tutto e ricostruire da zero. Sembravano esageratamente quotati ad inizio anno, invece gli Utah Jazz hanno effettivamente disputato una splendida stagione. Con un nucleo molto giovane, guidato da un Gordon Hayward per la prima volta All-Star e da un grande Rudy Gobert, hanno scorrazzato indisturbati intorno al quarto posto della Western Conference, lasciandosi alle spalle squadre come Los Angeles Clippers, Oklahoma City Westbr…ehm, Thunder, Portland Trail Blazers e Dallas Mavericks. Anche i Denver Nuggets hanno fatto più di quanto fosse nelle loro corde, vista soprattutto l’età media particolarmente bassa. Nikola Jokic e compagni hanno invece coltivato il sogno playoff fino alla terzultima partita, quella in cui Russell Westbrook aveva un immancabile appuntamento con la Storia. Chiusura doverosa per i Memphis Grizzlies: passano gli anni, ma il ‘Grit And Grind’ è sempre lì, a dare fastidio alle grandi in post-season. D’accordo, questa squadra non arriverà mai e poi mai da nessuna parte, ma diamo un’occhiata al loro roster nelle ultime stagioni…. Are you serious??? 

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