Pesantissima sconfitta, la seconda consecutiva, per gli Houston Rockets, distrutti sul campo dei Miami Heat (129-100 il punteggio finale). Le due squadre si erano già affrontate in pre-season poche settimane fa. Sin dalle prime battute, gli ospiti soffrono e in pochi istanti si intuisce che per loro sarà una serata tutt’altro che semplice, con i ragazzi di coach Spoelstra che si portano sul +13 (17-4), costringendo Mike D’Antoni al timeout. Chi si attendeva una reazione d’orgoglio da parte dei Rockets è rimasto deluso, in quanto le uniche note positive della serata risultano la buona prestazione di Ben McLemore in uscita dalla panchina (14 punti in 21′ con 5/7 dal campo e 3/5 da dietro l’arco) e il debutto assoluto in NBA del rookie undrafted classe ’97 Chris Clemons, che mette a referto 16 punti, 3 rimbalzi, un assist e una stoppata col 50% al tiro (5/10) e il 44% dalla lunga distanza (4/9) in 22′.
“Non siamo nei guai, ma lo saremmo se pensassimo di non esserlo. Non dobbiamo avere paura, anche se allo stesso tempo non possiamo permetterci di rilassarci troppo. Questo per noi è un nuovo inizio, dobbiamo cercare di ripartire. Non mi preoccupo della convivenza tra Harden e Westbrook, sono sicuro che andrà tutto per il meglio e riusciranno a funzionare insieme. Stanotte contro gli Heat per la prima volta non hanno giocato bene entrambi, sono cose che succedono.”, ha dichiarato al termine della gara coach Mike D’Antoni, i cui ragazzi hanno tirato con appena il 29% da dietro l’arco (14/48) e il 39% dal campo (31/79) contro gli Heat. Delude ancora James Harden, che nonostante i 29 punti con 4 rimbalzi, 3 assist e un recupero non sembra aver trovato il ritmo ideale dalla lunga distanza (3/9 a Miami e 17/79 in stagione).
Heat straripanti, Rockets al tappeto a Miami
Squad took the W by 29 over the Houston Rockets, here's how they made it happen. https://t.co/HX5jlEpP5N
— Miami HEAT (@MiamiHEAT) November 4, 2019
Nonostante abbiano il miglior attacco della lega con 121.3 punti a partita, i Rockets stanno deludendo parecchio in termini di percentuali al tiro (44% dal campo e 31% da dietro l’arco), ma soprattutto in fase difensiva: 127 punti per partita concessi agli avversari, che tirano col 50% dal campo e col 43% dalla lunga distanza contro Houston, tra l’altro penultima per efficienza difensiva (peggio dei texani soltanto i decimati Golden State Warriors). Tra le file degli Heat, ben sei i giocatori in doppia cifra, con due di questi oltre i 20 punti (23 per Duncan Robinson, 21 per Meyers Leonard). James Johnson, Tyler Herro e Goran Dragic combinano per 44 dei 54 punti fatti registrare dalla second unit (rispettivamente 17 il primo, 12 il secondo e 15 il terzo), mentre Jimmy Butler – da poco diventato papà – mette a referto 18 punti, 7 rimbalzi, 9 assist, 4 palle recuperate e una stoppata col 47% dal campo (7/15).
A fare la differenza è stato soprattutto il primo quarto, con gli Heat capaci di segnare di tutto e di difendere con la massima intensità e i Rockets mai in grado di entrare in partita. Il punteggio di 46-14, in favore dei padroni di casa, con cui si è concluso il primo periodo ha lasciato di stucco un po’ tutti, compreso Erik Spoelstra, coach di Miami: “A un certo punto ho dato un’occhiata al risultato ed ero incredulo. Abbiamo fatto una partita eccezionale, vorrei poter imbottigliare il nostro atteggiamento sia in difesa che in attacco per poterne usufruire in ogni partita. Stiamo lavorando duramente per trovare la nostra identità. Difendere contro i Rockets è sempre difficile, ma nel primo quarto abbiamo avuto un’energia speciale.”