Rookie NBA: dalla posizione 6 alla 4
#6 Tyrese Maxey
Approdato nella lega per mezzo della scelta numero 21 dei Philadelphia 76ers, Maxey la spunta sul pari ruolo Pritchard e si assicura un posto nella nostra top 6. Il motivo è chiaramente da ricercarsi nella sua capacità di rispondere più che presente alla chiamata dei suoi, ridotti ai minimi termini di rotazioni per via dei protocolli covid.
Nelle ultime cinque gare sta infatti viaggiando su medie da 19.4 punti e 3.8 assist in 32 minuti a notte. Gare in cui, tra l’altro, è sempre partito in quintetto. Non si tratta di un tiratore sopraffino: per lui 0.7 canestri da tre a partita con il 27.8%, ma di un giocatore che ha indubbiamente espresso fino a qui un potenziale non indifferente e un carattere senza dubbio all’altezza dei palcoscenici NBA. Da ricordare la prova da 39 punti arrivata nella sconfitta contro i Denver Nuggets, nel momento di massima difficoltà dei suoi.
#5 Patrick Williams
Nome probabilmente sottovalutato colpevolmente da molti, Williams è stato chiamato dai Chicago Bulls con la scelta numero 4 dell’ultimo Draft. Chiamata che aveva fatto alzare qualche sopracciglio, considerando che il prodotto di Florida State non era mai partito in quintetto nella sua carriera collegiale.
In NBA però la musica è cambiata, e il rookie dei Bulls ha giocato da titolare tutte le 13 gare cui ha preso parte. Ala che risponde all’identikit di 3&D, le cui specialità risiedono insomma nel tiro da tre punti e nella difesa, sta vivendo un primo mese nella lega caratterizzato dalla costanza. In 26 minuti a notte sta mantenendo medie da 10 punti, 3.8 rimbalzi, 0.8 stoppate e 0.8 palle rubate. A far notizia sono però le sue cifre al tiro, con il 50% da tre punti addirittura superiore al 48% fatto registrare dal campo. Insomma, 3&D se ce ne è uno.
#4 Anthony Edwards
Una delle prime scelte assolute al Draft con meno appeal degli ultimi anni, Edwards si è trovato catapultato in una realtà in estrema difficoltà come quella dei Minnesota Timberwolves. Con i suoi che siedono sul fondo della Western Conference avendo inanellato solo 3 vittorie in stagione, ha fin qui alternato prove interessanti a prestazioni letargiche.
Le sue medie sono tutto sommato positive, e raccontano di 12.5 punti, 3.1 rimbalzi, 1.9 assist e 0.5 palle rubate in 25 minuti a notte. In 12 gare, sempre in uscita dalla panchina, ha mostrato come detto solo a sprazzi il suo potenziale. Ripescando nei tabellini si possono infatti trovare serate da 26 punti, 4 rimbalzi e 2 palle rubate come contro i Portland Trail Blazers e poi, solo tre giorni dopo, da 0 punti e 0/8 dal campo in 18 minuti contro i San Antonio Spurs, gara che tra l’altro i suoi hanno anche vinto. L’auspicio sarà indubbiamente quello di trovare con più costanza prestazioni che si avvicinino a quella offerta contro i Blazers piuttosto che a quella contro gli Spurs. Percentuali al tiro poi che risentono di un andamento tanto ondivago, con il 37% dal campo e il 28% da tre punti, con un 1.5/5.4 di media a notte.
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