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Milwaukee Bucks, rinnovo per il Gm Jon Horst

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Porzingis sulla fisicità di Orlando: “Non siamo sorpresi, colpiremo a nostra volta”

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Dallas MavericksNBA NewsNBA, National Basketball Association

Mavs: dopo Kidd estensione anche per il Gm Harrison

di Michele Gibin
Scritto da Michele Gibin

I Dallas Mavericks hanno premiato anche il Gm Nico Harrison con un prolungamento di contratto pluriennale, col raggiungimento delle NBA Finals.

Anche Harrison come coach Jason Kidd ha ricevuto una conferma di fiducia dunque prima della fine della stagione. arrivato tre anni fa per sostituire Donnie Nelson a capo del front office dei Mavs, Nico Harrison da Gm assieme a coach Kidd ha raggiunto due finali di conference (la prima nel 2022) e la prima finale NBA della franchigia dal 2011.

Da Gm, Harrison ha costruito sul mercato il roster attuale dei Dallas Mavs, con gli arrivi via trade di Kyrie Irving lo scorso anno e di PJ Washington e Daniel Gafford alla deadline di febbraio. Importanti anche gli arrivi dalla free agency di Derrick Jones Jr, Dante Exum, la conferma di Josh Green e l’arrivo via draft di Dereck Lively II, da Duke.

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Boston CelticsNBA NewsNBA, National Basketball Association

Porzingis: “Io non al 100% ma voglio esserci. Soprattutto contro i Mavs”

di Michele Gibin
Scritto da Michele Gibin

“Il piano è quello di giocare“, così Kristaps Porzingis ha di fatto annunciato il suo rientro in campo per gara 1 delle NBA Finals 2024 tra Celtics e Mavs.

Porzingis non gioca dallo scorso 29 aprile, gara 4 della serie contro i Miami Heat al primo turno, a causa di uno stiramento al polpaccio. Infortunio smaltito, i Celtics e il giocatore lettone hanno approfittato della pausa lunga prima delle Finals per rifinire la preparazione. “Abbiamo ancora un paio di giorni, che possono fare la differenza, ogni ora è preziosa per fare progressi. Come sto? E’ una bella domanda, non so se sono al 100%, so che ho lavorato molto per arrivare a questo punto. Vedremo che cosa succederà“.

“So una cosa” ha aggiunto Porzingis “Che il nostro staff medico non mi avrebbe dato l’ok se non fossero certi che io stia bene. Ho fatto quanto necessario per superare tutti e test, e siamo qui“. Il lettone ex Mavs non ha però voluto specificare se l’infortunio gli dia ancora fastidio e lo limiti, qualcosa che solo il campo potrà dire. “In allenamento è impossibile simulare l’intensità di una partita, sarà un livello del tutto diverso ma ho fiducia su di me“.

Kristaps Porzingis avrà la possibilità di affrontare alle Finals i Dallas Mavs, la sua ex squadra con cui ha disputato i playoffs l’ultima volta nel 2021. Non andò bene all’epoca, al primo turno contro gli LA Clippers fu la serie in cui si capì che l’esperimento Porzingis-Doncic era terminato, senza successo, con il lungo a giocare un ruolo periferico in attacco, da tiratore e per allargare il campo.

“Ma sono contento per loro, ho giocato lì più di 2 anni e sono felice per tutte le persone che ho conosciuto lì. Penso che si meritino il successo che stanno avendo. Sarà divertente giocare contro la mia ex squadra e giocare là a Dallas, non vedo l’ora“. Sul rapporto tecnico con Doncic: “Non ha funzionato ma non ci penso più sinceramente. Sono concentrato sull’oggi. Ne parleremo più avanti“

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Aneddoti NBALos Angeles LakersNBA NewsNBA TeamsNBA, National Basketball AssociationStorie da Lakers

Lakers: la maglia di Kobe Bryant venduta all’asta per una cifra da capogiro

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

La maglia Kobe Bryant ha indossato nella celebre partita del 2013, in cui si ruppe il tendine d’Achille, è stata venduta all’asta per 1.2 milioni di dollari.

Il prezzo va molto al di sotto del più alto mai raggiunto per una maglia di Kobe. Ad esempio, quella che ha indossato durante la stagione 2007-2008, ovvero la sua stagione da MVP è stata venduta per più di 5.8 milioni di dollari.

Ma la carriera di Kobe non è più stata la stessa quella famosa vittoria dei Los Angeles Lakers (per 118-116) contro i Golden State Warriors, il 12 aprile 2013.

A seguito di quell’infortunio, il 18 volte All-Star ha poi collezionato “solo” altre 107 presenze in NBA prima del suo ritiro, avvenuto nel 2016.

Qualsiasi reliquia risalente a quella notte ha quindi un valore superiore, visto ciò che ha significato per la storia della NBA. 

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Celtics-Mavericks, ultimo atto della stagione
ApprofondimentiBoston CelticsDallas MavericksNBA in EvidenzaNBA NewsNBA PlayoffsNBA, National Basketball Association

Celtics-Mavericks, ultimo atto della stagione

di Mario Alberto Vasaturo
Scritto da Mario Alberto Vasaturo

I Boston Celtics e i Dallas Mavericks si contenderanno il Larry O’Brien trophy. La squadra di Mazzulla è favorita, ha tante pressioni, punta al 18° titolo di franchigia, un titolo che manca da ben 16 anni e che darebbe valore ad un ciclo aperto ormai da anni, con Jayson Tatum e Jaylen Brown come leader. I Dallas Mavericks, dopo non aver raggiunto nemmeno il play-in lo scorso anno, ora sono in finale NBA per la prima volta dopo 13 anni grazie all’immenso talento di due giocatori come Luka Doncic e Kyrie Irving, in missione per portare a Dallas il secondo titolo della sua storia. Si comincia nella notte tra giovedì e venerdì alle 2:30, al TD Garden di Boston. 

Celtics – Mavericks, i precedenti in stagione

  • Celtics @ Mavericks 119-110
  • Mavericks @ Celtics 110-138 

Boston Celtics roster

  • Oshae Brissett (SF)
  • Jayson Tatum (SF)
  • Kristaps Porzingis (C), da valutare per gara 1
  • Jrue Holiday (PG)
  • Payton Pritchard (PG)
  • Jordan Walsh (G)
  • Derrick White (PG)
  • Sam Hauser (SF)
  • Al Horford (C)
  • Jaylen Brown (SG)
  • Luke Kornet (C)
  • JD Davison (SG)
  • Svi Mykhailiuk (SG)
  • Drew Peterson (F)
  • Neemias Queta (C)
  • Jaden Springer (G)
  • Xavier Tillman (F)

 

 

Boston Celtics depth chart

  • Jrue Holiday (Payton Pritchard, Derrick White, Jaden Springer, JD Davison)
  • Derrick White (Jaylen Brown, Sam Hauser, Jaden Springer, Jrue Holiday)
  • Jaylen Brown (Sam Hauser, Jayson Tatum, Jaden Springer, Svi Mykhailiuk)
  • Jayson Tatum (Al Horford, Oshae Brissett, Kristaps Porzingis*, Sam Hauser)
  • Kristaps Porzingis* (Al Horford, Luke Kornet, Xavier Tillman, Neemias Queta)

 

Dallas Mavericks roster

  • Luka Doncic (G)
  • Kyrie Irving (G)
  • Tim Hardaway Jr (G)
  • PJ Washington (F)
  • Daniel Gafford (C)
  • Maxi Kleber (F), infortunato
  • Dereck Lively II (C)
  • Josh Green (G)
  • Dwight Powell (C)
  • Dante Exum (G)
  • Oliver-Maxence Prosper (F)
  • Derrick Jones Jr (F)
  • Markieff Morris (F)
  • Jaden Hardy (G)

 

 

Dallas Mavericks depth chart 

  • Kyrie Irving (Exum, Green)
  • Luka Doncic (Green, Hardaway Jr, Exum)
  • Derrick Jones Jr (Green, Hardaway Jr)
  • PJ Washington (Jones Jr, Morris)
  • Daniel Gafford (Lively II, Powell)

Celtics-Mavericks, le chiavi della serie

Per i Boston Celtics saranno due i fattori fondamentali: l’efficienza al tiro da tre e la difesa su Doncic e Irving. Per il primo dei due, sappiamo che Boston è una squadra con molti tiratori e che punta molto sul tiro dall’arco: quasi 40 triple di media a partita tentate in questi playoff e 205 realizzate in 14 partite, terzi in in questa statistica, dietro ai Pacers e ai Mavericks. Quando Boston però non trova ritmo da tre punti spesso va in difficoltà e sarà quindi decisivo vedere se riusciranno a mantenere una buona percentuale. Importante è anche la questione Porzingis, che potrebbe farcela per gara 1 e che darebbe una grossa mano ad aprire il campo e portare fuori due centri come Gafford e Lively II, che si stanno dimostrando molto efficaci nella metà campo difensiva. Per quanto riguarda Doncic e Irving, Jrue Holiday e Derrick White sono entrambi stati inseriti nei migliori quintetti difensivi della stagione e starà principalmente a loro provare a fermare le due stelle di Dallas. Se riusciranno o meno, deciderà la serie in un senso o nell’altro. 

Dall’altro lato i Mavericks si affideranno ovviamente ai suoi due miglior giocatori, su cui sicuramente verranno fatte delle scelte difensive estreme, cercando di far finire la palla in mano a chi non è così abituato ad averla e lasciando più tiri ai giocatori di contorno. È per questo che l’approccio del supporting cast di Dallas sarà un altro tema su cui verteranno queste finali. 

Celtics-Mavericks, dove e quando vedere le partite

  • Gara 1 venerdi 7 giugno alle 2:30, a Boston
  • Gara 2 lunedì 10 giugno alle 2:00, a Boston
  • Gara 3 giovedì 13 giugno alle 2:30, a Dallas 
  • Gara 4 sabato 15 giugno alle 2:30, a Dallas
  • Gara 5 martedì 18 giugno alle 2:30, a Boston (se necessaria)
  • Gara 6 venerdì 21 giugno alle 2:30, a Dallas (se necessaria)
  • Gara 7 lunedì 24 giugno alle 2:00, a Boston (se necessaria) 

Le partite della serie saranno visibili su NBA League Pass o sul canale 209 di Sky. Sky Sport NBA trasmetterà molte delle gare di playoffs, solitamente in lingua originale in diretta e in replica con commento in italiano il giorno seguente. A seguire i playoffs NBA 2022 ci saranno i soliti Flavio Tranquillo e Davide Pessina, assieme ad Alessandro Mamoli, Matteo Soragna, Marco Crespi e il resto della crew di Sky Sport. Le partite in replica verranno trasmesse sia sul 209 che su Sky Sport Uno e Sky Sport Arena, rispettivamente canale 201 e 204.

 

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Mercato NBA, ultime notizie su scambi e trattativeNBA, National Basketball AssociationPhoenix Suns

Mercato NBA, “I Suns vogliono rifirmare Royce O’Neale”

di Michele Gibin
Scritto da Michele Gibin

Scelto in Mike Budenholzer il nuovo allenatore, i Phoenix Suns si concentrano sui free agent da riconfermare a partire da Royce O’Neale.

L’ala ex Utah Jazz gioca a Phoenix da febbrario, arrivato alla trade deadline dai Brooklyn Nets per coprire un buco a roster nello spot di ala. O’Neale ha fatto bene in maglia Suns, ma Kevin Durant e compagni hanno perso per 4-0 al primo turno contro i Minnesota Timberwolves ai playoffs e a farne le spese è stato coach Frank Vogel, esonerato dopo una sola stagione. Royce O’Neale ha viaggiato a 8.1 punti di media con 5.2 rimbalzi e il 37.6% da tre in 30 partite ai Suns.

Come riportato da Bria Windhorst per ESPN, Phoenix avrà come priorità quella di rimettere sotto contratto il veterano. O’Neale ha guadagnato 9.9 milioni di dollari nel 2023-24, ultimo anno del suo precedente contratto, e sarà free agent.

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Miami HeatNBA NewsNBA, National Basketball Association

Alonzo Mourning: “Sono guarito dal cancro”

di Michele Gibin
Scritto da Michele Gibin

Alonzo Mourning, ex star e oggi dirigente dei Miami Heat, ha raccontato a ESPN di essere guarito da una forma di tumore alla prostata.

A marzo Mourning si è sottoposto a un intervento chirurgico per rimuovere un tumore al terzo stadio alla prostata, fortunatamente senza metastasi, e i successivi controlli hanno datto tutti esito positivo. “Zo” ha parlato di come sia stata importante per lui la prevenzione con controlli periodici, che hanno permesso di agire per tempo, e ha dichiarato l’intenzione di diventare un portavoce per la prevenzione per gli uomini dai 45 anni in su.

“L’unico modo per una diagnosi precoce è un test per gli antigeni specifici, PSA, oggi in America oltre 3 milioni di persone soffrono per questa malattia, in tanti anche senza saperlo. E io ero uno di questi“.

Alonzo Mourning, 54 anni, è stato uno dei migliori centri NBA negli anni ’90 tra charlotte Hornets e Miami Heat, e un hall of famer. Mourning ha anche una storia personale importante, nel 2003 si dovette sottoporre a un trapianto di rene a causa di una patologia di cui soffriva già dal 2000. Nel 2004-05 Mourning avrebbe fatto il suo rientro in campo dopo l’intervento, con i New Jersey Nets, per poi vincere nel 2006 un titolo ai Miami Heat prima di ritirarsi, nel 2008.

Nel 2022, ha raccontato l’ex giocatore, il suo medico lo aveva avvertito di alcuni valori spedifici alti nel suo esami del sangue e Mourning aveva iniziato una serie di test, anche per verificare eventuali diffusioni della malattia. “E’ stato uno shock, stavo benissimo, in piena forma, forte. I dottori mi dicevano che non potevano credere che fossi un trapiantato di rene (…) se non avessi fatto i controlli, non sarebbe finita così. Purtroppo per tanti uomini non è facile andare dal medico per certe cose, ma si tratta di malattie silenti e spesso la diagnosi arriva troppo tardi. Senza la prevenzione oggi non sarei qui“.

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Dallas MavericksNBA NewsNBA, National Basketball Association

La curiosità: Doncic vuole Gafford anche in nazionale con la Slovenia

di Michele Gibin
Scritto da Michele Gibin

Luka Doncic apprezza così tanto la verticalità, e evidendentemente anche la compagnia di Daniel Gafford, che vorrebbe portarsi il suo compagno di squadra anche in nazionale con la Slovenia.

Secondo quanto riportato da Marc Stein via Substack, Gafford e la federbasket slovena avrebbero avuto “i primi contatti” per valutare la possibilità di naturalizzare il centro ex Wizards e Bulls, da febbraio a Dallas. A frenare gli entusiasmi c’è però la burocrazia, è infatti troppo tardi per la Slovenia per naturalizzare Daniel Gafford in tempo per il torneo preolimpico di luglio e e eventuali Olimpiadi, la stessa situazione in cui si è trovata l’Italia con Donte DiVincenzo.

La Slovenia che dovrebbe avere Luka Doncic anche per il preolimpico, i Mavs giocheranno le NBA Finals da giovedì contro i Boston Celtics e termineranno la loro stagione al più presto a metà giugno, Il torneo preolimpico è in programma dai primi d i luglio e Doncic rivelerà le sue intenzioni solo a cose fatte.

Daniel Gafford gioca da febbraio a Dallas e è stato una delle chiavi dell’ascesa dei Mavs nella seconda parte di stagione e ai playoffs, per lui in Texas 11.2 punti di media con 6.9 rimbalzi e 1.9 stoppate a partita.

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Cleveland CavaliersHouston RocketsMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattativeMiami HeatNBA Teams

Donovan Mitchell nel mirino di Houston e Miami: ecco le potenziali trade

di Mattia Luoni
Scritto da Mattia Luoni

Mentre i Cleveland Cavaliers cercano di presentare a Donovan Mitchell un’offerta di contratto irresistibile quest’estate, gli Houston Rockets sono tra le squadre che potrebbero tentare di acquisirlo tramite scambio. Secondo Kelly Iko di The Athletic, i Rockets hanno monitorato la situazione di Mitchell per mesi. Potrebbero proporre la scelta numero 3 nel draft NBA 2024, insieme ad altre risorse, se i Cavs non riuscissero a convincerlo a firmare di nuovo. Anche i Lakers si intromettono nello scambio, preferendo Mitchell rispetto a nomi come Trae Young o Dejounte Murray.

Il futuro di Mitchell con i Cavs è rimasto incerto per tutta la stagione e questa situazione potrebbe peggiorare nell’offseason. Dal 6 luglio, sarà eleggibile per un’estensione quadriennale del valore di 208 milioni di dollari. Se i Cavaliers non ottengono un impegno da Mitchell entro quella data, sarebbe nel loro interesse esplorare opportunità di scambio. Durante tutta la stagione, Mitchell ha evitato di parlare pubblicamente del suo contratto.

Se Donovan Mitchell decidesse di non firmare un’estensione con Cleveland, i Cavs dovrebbero cercare un pacchetto che includa giovani giocatori e scelte. I Miami Heat hanno diversi giovani talenti e possono offrire due future scelte al primo turno, oltre alla quindicesima scelta nel draft di giugno. Secondo Hoops Wire, i Cavs richiederebbero il membro della prima squadra All-Rookie Jaime Jaquez Jr, Tyler Herro e scelte in cambio di Mitchell.

Dal punto di vista di Miami, scambiare Jaquez, il colpo del draft recentemente nominato nella All-Rookie First Team della NBA, sarebbe doloroso, ma è il tipo di giovane giocatore che un’organizzazione deve includere in un accordo per un talento come Mitchell. Aggiungere Mitchell a una formazione con Jimmy Butler e Bam Adebayo darebbe a Miami tre stelle complementari su cui costruire.

I Rockets, intanto, sono interessati a qualsiasi giocatore che possa migliorare la loro offensiva, essendo l’attacco il loro punto debole. Mitchell ha avuto una media di 26,6 punti con il 46,2% dal campo, 6,1 assist e 5,1 rimbalzi a partita, tutti record in carriera, in 55 partite da titolare in questa stagione. Donovan ha concluso la stagione uscendo al secondo turno di playoff contro i Boston Celtics, dopo aver battuto per 4-3 gli Orlando Magic.

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Indiana PacersMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattative

Pascal Siakam è vicino al rinnovo con gli Indiana Pacers

di Ercole Guidone
Scritto da Ercole Guidone

Gli Indiana Pacers sono pronti a bloccare Pascal Siakam. Il 30enne camerunense è arrivato ad Indiana quest’anno, dimostrando sin da subito tutte le sue capacità in campo e di personalità.

Gli Indiana Pacers dal suo arrivo hanno avuto un incredibile miglioramento. Insieme ad Haliburton sono arrivati fino alla finale di Conference, persa poi contro i Boston Celtics. Proprio grazie ai risultati ottenuti anche e soprattutto per merito di Pascal Siakam, i Pacers quindi sono pronti ad offrire un contratto da cinque anni a 245 milioni di dollari.

Pascal Siakam al momento è free agent. Questa estate è libero di firmare con qualsiasi squadra, ma gli Indiana Pacers hanno piccoli vantaggi che possono sfruttare, primo fra tutti proprio quello di garantire al giocatore un contratto più lungo e soprattutto più ricco.

Ciò nonostante, Siakam sin da quado è sbarcato ad Indiana, ha sempre detto di essersi trovato davvero bene in città: “Il supporto che ho avuto qui è qualcosa che mi mancava. Avere tutto questo e vedere come la città respira basket e supporta la squadra è magnifico. Le partite casalinghe sono qualcosa di incredibile. Sono davvero fortunato e felice di come sia andato. Penso proprio che non ci siano problemi per il futuro.”

Pascal Siakam nelle 41 partite di regular season con i Pacers ha messo a segno 21.3 punti di media a partita, 7.8 rimbalzi e 3.7 assist. Al momento, la più grande concorrenza che può dare fastidio agli Indiana Pacers sono i Philadelphia 76ers. Quest’ultimi, infatti, avendo spazio salariale possono offrire al giocatore un contratto di quattro anni a 183.2 milioni di dollari. Contratto che risulterebbe comunque minore rispetto a quello dei Pacers, che restano dunque in vantaggio per confermare Siakam. Dalla loro ci sono due armi: maggiore durata del contratto con maggior soldi e l’amore del giocatore verso la città di Indiana.

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Denver NuggetsMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattativeNBA, National Basketball Association

Denver Nuggets, nel mirino Gordon Hayward per la panchina

di Filippo Beltrami
Scritto da Filippo Beltrami

Sfumato il sogno repeat per colpa dei Minnesota Timberwolves, è arrivato il momento per i Denver Nuggets di pensare al mercato. Nell’ottica di riprovare ad alzare il Larry O’Brien Trophy a giugno 2025, ciò che la squadra di Michael Malone deve migliorare è sicuramente la panchina. Quella dei Nuggets è infatti l’ultima della NBA per quanto riguarda i punti segnati a partita con soli 29.4 di media. Proprio per questo Calvin Booth, gm della franchigia, ha già messo nella lista degli obbiettivi alcuni giocatori in grado di alzare quella media. E uno dei nomi su quella lista sembra essere quello di Gordon Hayward.

Il prodotto di Butler è reduce dalla peggior stagione della sua carriera, se non consideriamo quella da rookie e la 2017-18 dove ha giocato solamente 5 minuti per colpa dell’infortunio che tutti conosciamo. Nonostante questo è un veterano che può aiutare sicuramente alla causa nonostante i 9.8 punti di media. Medie che si sono abbassate molto da quando è stato scambiato agli Oklahoma City Thunder. Quando era ancora agli Charlotte Hornets i punti a partita erano infatti 14.5. Ciò che però potrà aiutare sicuramente la franchigia del Colorado è il suo tiro da tre punti. L’ex giocatore degli Utah Jazz ha infatti chiusa la stagione con un solidissimo 41.1% dalla lunga distanza.

Essendo uscito fuori dalle rotazioni dei Thunder in questi playoffs, è molto improbabile che Gordon Hayward rimanga nell’Oklahoma anche la prossima stagione. Proprio per questo i Denver Nuggets potrebbero assicurarselo a cifre molto vicine ad un minimo salariale. E con il nono monte ingaggi più alto di tutta la NBA, potrebbe essere non essere un brutto colpo.

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ApprofondimentiDetroit PistonsEastern Conference TeamsGolden State WarriorsNBA NewsNBA TeamsNBA, National Basketball AssociationWestern Conference Teams

Rasheed Wallace spara a zero sugli Warriors: “Li avremmo battuti ad occhi chiusi”

di Carmen Apadula
Scritto da Carmen Apadula

I Golden State Warriors del 2017 non sono stati leali.

Con un record pari a 16 vittorie e una sola sconfitta nei playoffs NBA della stagione 2016-17, la squadra guidata da Stephen Curry, Klay Thompson, Kevin Durant, Draymond Green e Zaza Pachulia, sarà per sempre ricordata come una delle squadre di basket migliori mai assemblate.

Tuttavia, Rasheed Wallace (quattro volte All-Star e campione NBA con i Detroit Pistons del 2004) ritiene che lui e la sua vecchia squadra avrebbero beffato gli Warriors in un ipotetico incontro/scontro.

“Abbiamo messo su un record che non verrà mai battuto” ha detto. “Abbiamo tenuto 6 o 7 squadre sotto i 70 punti. Nell’era del ‘punteggio’, questo record non verrà mai più battuto. Abbiamo puntato sulla difesa. Li avremmo battuti di brutto, per il semplice fatto che non potevano competere con noi in nessuna posizione. Steph non è un difensore. Avrebbe dovuto sorvegliare Rip. Da quante schermate usciva Rip? O chiunque avessero cercato di mettere al centro, sarebbe stato troppo piccolo per Chauncey. All’epoca KD non poteva difendere su Tayshaun, e Tayshaun era un marcatore sottovalutato. Loro non sono abituati alla fisicità. Draymond è troppo piccolo”.

La difesa era infatti l’orgoglio di Detroit e dei suoi giocatori che, oltre a Rasheed, comprendevano: Chauncey Billups, Richard Hamilton, Tayshaun Prince e Ben Wallace.

Durante il percorso che ha portato alla vittoria su i Los Angeles Lakers di Kobe Bryant e Shaquille O’Neal, i Pistons hanno tenuto molte squadre a soli 84.3 punti di media a partita durante la stagione regolare 2003-2004. Effettivamente, un’impresa impensabile per il livello odierno della NBA.

Tuttavia, Detroit ha realizzato solo 90.1 punti di media a partita in quella stagione. Golden State, in confronto, ne ha registrati 115.9 durante la regular season 2016-17. E non dimentichiamoci che Curry, Durant e Thompson possedevano una media individuale di 20 punti a partita.

Le due squadre appartengono a due epoche completamente diverse, ma gli Warriors del 2016-17 avevano sicuramente più potenza e più stelle rispetto ai Pistons del 2004. 

La posizione di Wallace non sembra destinata a cambiare presto, visto il risultato dell’ipotetico scontro tra Warriors e Pistons.

Ma certo è che Golden State sarebbe decisamente la favorita, se lo scenario da sogno di Wallace potesse mai prendere forma.

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Chicago BullsMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattativeNBA, National Basketball Association

I Chicago Bulls “costretti a abbassare le pretese” per Zach LaVine?

di Andrea Delcuratolo
Scritto da Andrea Delcuratolo

I Chicago Bulls fissano il prezzo per Zach LaVine. La fine della stagione e l’avvicinarsi della free agency porta la squadra allenata da Billy Donovan a prendere considerazioni molto importanti. Sia dentro che fuori dal campo. La faccenda LaVine, già affrontata alla trade deadline, tona in auge in un momento in cui l’ex Minnesota Timberwolves viene considerato sacrificabile. Ma a che prezzo? 

A spiegare bene la situazione è K.C Johnson di NBS Sports Chicago che spiega: “Non credo che i Bulls accetteranno un accordo al ribasso se si concretizzerà qualcosa, ma ho l’impressione che siano aperti a più possibilità rispetto al passato. Più precisamente: ho riferito in precedenza quale fosse il loro prezzo cioè un talento di livello All-Star, scelte al primo giro o entrambe e la mia sensazione è che le aspettative siano diminuite in modo significativo. Come ho detto fin dall’inizio riguardo a questa situazione: È come una relazione che ha fatto il suo corso”.

Se i Bulls volessero rifondare, sarebbe giusto per loro accettare offerte al ribasso, pur accettando trade simili? Potrebbe essere. Il punto è che sul piatto c’è Zach LaVine, un due volte All-Star che questa stagione ha chiuso con 19.5 punti, 5.2 rimbalzi e 3.9 assist. Nonostante le sole 25 partite giocate, ha saputo dare un contributo importante alla squadra.

Le squadre sono però seriamente preoccupate per le sue mancanze difensive. Oltre alle preoccupazioni in campo, LaVine è costoso, con tre anni e 138 milioni di dollari rimanenti sul suo contratto. Per questo motivo, le contender hanno esitato a entrare nell’affare LaVine, soprattutto ai prezzi richiesti da Chicago.

Secondo quanto riferito, LaVine avrebbe voluto essere ceduto ai Miami Heat, ai Philadelphia 76ers o ai Los Angeles Lakers, ma è difficile immaginare che una di queste squadre si faccia carico dello stipendio di LaVine. Tuttavia, con un prezzo più basso, il mercato dovrebbe scaldarsi per il due volte All-Star e sarà interessante vedere quali squadre si faranno avanti quest’estate. 

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